Le Geometrie del Gusto ispirano una tesi all’Università di Pollenzo


Quando Stefano Vetri ha iniziato il suo percorso di ricerca all’Università di Scienze Gastronomiche, non immaginava che il vino lo avrebbe portato a scrivere una tesi dal titolo eloquente: Vino, Vita e Coscienza.

Il vino non come semplice bevanda, ma come esperienza vibrazionale capace di raccontare la vita della pianta, del territorio, delle persone che lo creano e di chi lo assaggia.

È proprio in questo cammino che Stefano è stato contattato dal nostro amico Mario Colucci, abile fisioterapista ed esperto di pratiche olistiche, che lo ha guidato all’incontro con il Disco delle Geometrie del Gusto. Grazie a questa esperienza ha potuto osservare come specifiche trame informazionali e coerenti possano influenzare gusto, aroma, colore e molte altre caratteristiche profonde del vino. Non si tratta solo di suggestione: parliamo di un nuovo modello vibrazionale misurabile, che oggi comincia a essere indagato anche a livello scientifico.

Dal terroir alla quantistica

Per secoli il vino è stato raccontato attraverso terroir, tradizioni, tecniche di cantina. Ma come sottolinea Vetri nella sua tesi, questo approccio oggettivante rischia di ridurre il vino a “schede tecniche” e punteggi.

Le nuove ricerche, invece, aprono a una visione quantistica e relazionale: il vino non è un oggetto statico, ma un campo dinamico di particelle e frequenze, che si intreccia con chi lo osserva e lo assaggia. L’esperienza sensoriale diventa così atto creativo e cosciente, in cui vino e degustatore si plasmano a vicenda.

Le geometrie come linguaggio

Il Disco del Gusto mostra che la materia risponde a schemi di coerenza: geometrie vibrazionali possono orientare i campi informazionali, modellando l’esperienza del vino.

Non è solo filosofia: università e istituzioni cominciano a pubblicare studi che confermano la capacità delle forme, delle frequenze e delle strutture coerenti di influenzare sistemi biologici e sensoriali.

Si apre così un mondo nuovo, in cui tradizione e innovazione dialogano: la memoria del vino incontra le geometrie della coerenza.

Un invito alla scoperta

Il lavoro di Stefano Vetri, arricchito dall’esperienza condivisa con Mario Colucci e con Frequency Matrix, rappresenta un ponte tra scienza, arte e coscienza.

Ci ricorda che dietro ogni calice non c’è solo un liquido da analizzare, ma un compagno di viaggio capace di portarci verso stati più profondi di consapevolezza.

Un invito a considerare il vino non più soltanto come prodotto, ma come esperienza viva che può essere ascoltata, compresa e trasformata attraverso nuovi strumenti vibrazionali.