Prove tecniche e scientifiche

C’era una calma apparente che nascondeva quasi incredulità. I nostri partner erano appena tornati dal laboratorio dove avevano fatto tutti i test scientifici possibili per validare ciò che già sapevamo ma non era ancora stato visto oggettivamente.

Ora c’era tutto ed eravamo pronti per pubblicazioni ed articoli su questa rivoluzionaria tecnologia che aveva confermato di avere effetto immediato sulla materia ma anche di trasmettere senza limiti di distanza le informazioni ed i programmi frequenza oltre che rendere l’informazione sufficientemente densa da essere equivalente se non superiore in efficacia alle molecole create chimicamente in laboratorio.

Un passo per volta: prima di tutto avevamo bisogno di testare in maniera oggettiva una serie di intuizioni ed apparecchi creati che, con la loro emissione naturale o scelta dall’operatore, sapevano modificare gusto e aroma oltre che densità degli elementi appoggiati sopra.

Volevamo vedere cosa capitava all’interno della materia oltre che al campo invisibile attorno e non era un’azione facile poiché per certe misurazioni è difficile scegliere l’apparecchio adatto: il rischio è non vedere il cambiamento anche se c’è.

Il primo apparecchio utilizzato è stata una spettrometria, che permette di analizzare la composizione degli elementi ed il loro comportamento nell’ambiente attorno. Ogni elemento in materia ha una propria vibrazione e reagisce in un determinato modo agli agenti esterni . Ci sono mappature archiviate negli anni dai vari scienziati, che consentono di analizzare le curve e i dati in uscita, identificando le composizioni.

La prima prova è stata con un vetrino di microrganismi, prima senza nulla poi a cui era stato applicato uno dei nostri risuonatori (simile al disco Ego). Poi via all’irraggiamento e così l’uscita delle due curve di analisi. Ovviamente le due curve erano differenti (ma questo avviene normalmente poiché a meno di avere un materiale completamente inerte sotto, vi è sempre interazione).

Da qui il secondo test dove da Torino, tramite un JackAl abbinato alla piastrina bolognese mandavamo programmi di informazione e frequenza vedendo modifiche sostanziali al campo di emissione e assorbimento, in piena sincronia temporale con l’accensione e lo spegnimento del player. Questo già molto più interessante ed innovativo: l’utilizzo dimostrato è di poter inviare programmi e frequenze tra elementi entangled senza limiti di distanza. Un nuovo sistema per le trasmissioni che avverrebbe punto-punto, senza ritardi e possibili erosioni ambientali.

Con il terzo test abbiamo inviato programmi che utilizzavano le Logiche della Matrice per modellare il campo e vedere quanto fosse la permanenza nel tempo della modifica: una volta inviato il programma frequenza specifico, i microrganismi rimanevano modificati e non modellavano più il loro comportamento nonostante non fossero isolati dalle interazioni di contorno. Questo molto interessante ed innovativo poiché come applicazione permette di modellare la materia in base alla composizione di informazioni e frequenza ed ottenere modifiche fisico-chimiche degli elementi trattati in maniera permanente.

Quarto test è stata la vera sfida. Volevamo comprendere fino a che limite ci si poteva spingere: abbiamo testato l’inserimento in un liquido di un “programma condizionato” ovvero questo doveva modificare il suo comportamento non immediatamente ma al verificarsi di una condizione specifica con variabili che cambiassero i risultato ovvero il liquido doveva cambiare all’evento e in modo differente in base alla condizione trovata nell’ambiente al momento. Abbiamo generato volontariamente quattro condizioni diverse, una nulla e tre che attivassero la modellazione. Il test è stato effettuato con successo, con risultato nullo per la condizione non verificata, e variabile come richiesto per le tre condizioni attivanti successive.. incredibile.
Come si può applicare una tecnologia di questo genere? Creare un disco o un’etichetta che, applicata su una bottiglia, attraverso la sua superficie programmata può modificare, in base alle caratteristiche magnetiche della persona che utilizza il prodotto, il campo dell’elemento interno, personalizzandolo per la sua massima esperienza ed efficacia. Definendone magari anche un’azione attivante, un tempo di funzionamento e una data di scadenza. Oppure un elemento applicato ad una racchetta da tennis, che accelera o rallenta le correnti magnetiche attorno, in alcune specifiche posizioni della sua superficie, cambiandone il modo in cui si muove nello spazio!

Oggi stiamo ancora pianificando nuovi test di laboratorio per vedere fino a che punto possiamo spingerci ma già oggi, con consapevolezza sappiamo di avere a disposizione una tecnologia che è avanti anni luce rispetto a quelle in utilizzo attualmente e che può portare benefici a tutti nel miglioramento della qualità di vita e sostenibilità nell’ambiente.

Approfondimenti:
Studi, esperimenti e ricerche di John Stuard Reid
CERN, The Origin of Mass and the Nature of Gravity, 2023
Relazione e commenti di Nassim Haramein, Dr. Cyprien Guermonprez e Dr. Olivier Alirol
CNR IOM, Studi sulla corrente chirale (alla base delle nostre nanotecnologie), 2024
Gruppo BCI e gruppo Svedese utilizzo radiazioni di bassissima intensità per la modifica delle caratteristiche degli elementi materiali, Dossier luglio 1978
Sonoluminescenza, video introduttivo con esperimenti / a star in a jar
Steven J. Ruuth, Seth Putterman, Barry Merriman, Molecular Dynamics simulation of the response of a gas to a spherical piston: implications for sonoluminescence, 2002
Tecnologia Saser, Bristol University
Studi e test di W.R. Adey, la finestra di Adey
D. Schiena Sterza “Fenomenologie anomale e nuova fisica” di Renzo ed.
M.W. Ho, Conference on physics, chemistry and biology of water, 2014
E. Del Giudice in Ambiente epigenetica e processi adattativi, 2013
G.H. Pollack, Water, cells and life, Tedx NY 2009
G. Vithoulkas, “The science of homeopathy”, Groove press inc., 1980

K-ingegneri focalizzati in chiesa

Avevamo compreso e ci osservavamo imbarazzati.. come non sapessimo cosa dirci. Avevamo appena fatto una riunione di un’ora in cui avevamo preso tutte decisioni possibili, con chiarezza e concentrazione ed il tempo era passato in un lampo. Il lavoro di giorni, fatto in un amen

Lo sguardo si era spostato alla K-Focus. Era merito suo o nostro? 

L’antefatto: qualche giorno prima ero con un mio amico che ha un gran buon gusto e che gestisce una nota società di analisi ambientali. Come suo ufficio aveva scelto, niente popo’ di meno, che una chiesa del 1200, con annessi chiostri, colonnine, porticati e campanile.. quale luogo migliore per illuminare un gruppo di affiatati ingeneri dediti all’ambiente.

L’ingegnere (e in casa ne ho un paio) per loro forma mentis sono restii a qualsiasi cosa non sia assolutamente e meccanicamente dimostrata quindi, fino ad un certo punto definito “ricerca a tentoni” oppure “finalmente ho un’idea che nella mia mente funziona e la provo nel mondo attorno che mi fa da cavia“, rientrano tra le categorie più lontane dal nostro mestiere. Quindi quale occasione più ghiotta per vedere se qualcosa funziona veramente?

Era qualche mese prima di Natale e il nostro generoso amico cercava qualcosa da regalare ai suoi amici e clienti che potesse dare una spintina nella loro evoluzione. Ed eccola lì appena terminata, la prima K-Focus, un tempietto di ottone e plexiglass (era la prima serie un po’ diversa da quelle di oggi) che si erge sul tavolino in mezzo a noi, tronfia del suo potere sobrio: alla vista, una semplice lampada con una ventola verde, un disco pieno di magneti infilato sopra con strane incisioni ed un piccolo jack per le frequenze dietro, nella realtà un generatore di plasma magnetico che risuonava con tutto l’ambiente attorno (e pensate che era una chiesa!).

C’era un po’ di eccitazione per i tanti progetti di cui volevamo discutere e tutti parlavamo come accelerati. Appena messa la spina ed accesa la magica creazione, un alone verde si è diffuso sui piani di plexi nero e sulle linee del disco trasparente, generando ammirazione per le geometrie che la luce creava tramite il disegno ma anche da sola, sul soffitto della stanza. Prendo il jackino per le frequenze e lo inserisco nel player facendo partire il programma focus. Il campo attorno alla lampada cambia completamente, meno incisivo si fa più morbido ed accogliente, senza dispersioni.

Sento come se le particelle di tutto il mio cervello andassero su un unica linea che lo attraversa da dietro a davanti. Sento lo stesso anche nel corpo dove le particelle scendono come lungo le pendici di una voragine, diritte nel cuore. Ho la netta percezione che questi due campi si accendano e diventino luminosi. Poi rifletto e penso al film visto la sera prima: l’ultimo episodio della Marvel… per scrupolo controllo di non essere Iron Man con il suo cuore di luce. Nonostante il sentirmi supereroe si faccia strada nel mio cervello, la mia immagine riflessa mi riporta alla realtà: esteriormente nulla di fatto.

Dopo questo tuffo nell’oceano dei miei pensieri durato circa 5 secondi, ritorniamo alla nostra riunione dove smarchiamo i vari punti. Aleggia una certa serenità nell’aria, sembra come se non fosse cambiato nulla ma tutto fosse diverso, tranquillo e chiaro nello stato e nella direzione. E’ una sensazione che condividiamo tutti.

Finiamo l’incontro e, come richiesto, lascio il magico manufatto per, a detta del mio amico, ulteriori indagini.. Dopo un paio di settimane ci risentiamo: mi racconta dei test effettuati sui poveri addetti in base oraria, quotidiana e settimanale. Alla fine, indovinate un po’.. lo hanno chiesto come regalo di Natale.

Da quel giorno ci fregiamo dell’onore: le K.Focus sono a prova d’ingegnere.

p.s. Sono passato diverse volte a trovare il mio amico nel suo splendido luogo di preghiera e già dalla prima volta ho visto che gli ingegneri quando si aprono alla creatività hanno proprio una marcia in più: le lampade non solo stavano funzionando a regime con la frequenza del momento più adatta (una volta c’era focus, una volta ho visto che girava concentrazione matematica e l’ultima volta ho visto addirittura cooperazione!) ma i generatori erano tutti posizionati per dare le massime prestazioni: in un angolo della stanza, leggermente sollevate da terra e con la scritta del piano superiore verso sud! Complimenti!

Aria pulita in autostrada, brezza marina nella mente.

L’inquinamento è la presenza di informazioni che divengono particelle dislocate in spazi non equilibrati rispetto al flusso della dimensione temporale osservata.

Wow che super frase d’effetto… ma cosa significa??

Avete presente gli epici viaggi per il we lungo di Pasqua, dove tutta la nazione assieme si dirige all’unisono al mare, quasi fosse stato reso operativo un decreto presidenziale?

Durante quei viaggi avrete notato tutti che, sulle autostrade, in corrispondenza dei ponti, si sente la macchina fare tutump tutump… come se la strada fosse stata fatta con i lego.. – Ndr In realtà si chiamano giunti isostatici e servono per ammortizzare le deformazioni termiche del materiale ovvero fanno in modo che il ponte d’estate non salti in aria e d’inverno non cada giù..

Lasciando perdere le divagazioni tecniche, diciamo che il tempo in cui sviluppiamo la nostra vita – Ndr “interessante questo termine.. come la luce in una fotografia.. scusate oggi proprio non ce la faccio a non deviare– è come una strada fatta con i lego, mattoncini (frammenti) di una certa misura che sono uniti da “giunti magnetici” invisibili.

In questo panorama, noi (Osservatori) siamo i turisti alla guida della macchina (il nostro corpo) e la nostra velocità è abbastanza alta da non farci sentire le connessioni, come se volassimo a pochi centimetri da terra e la strada fosse tutta un unico pezzo.

Nella natura, i giunti invisibili sono porte che ci alzano e aprono il blocco rendendolo grande quanto uno schermo, ci fanno entrare nelle molecole dell’asfalto, dove scopriamo l’intero panorama di prima per poi uscire alla fine del blocco, prendere aria e rientrare in occasione del giunto successivo. Ci sono quindi migliaia di autostrade dentro l’autostrade e, come al cinema, con un certo ritmo di entrata-uscita non vediamo più le singole immagini ma il film intero, senza interruzioni.

Diciamo poi che questi schermi-immagine sono fatti da pixel, ovvero piccoli quadratini di una dimensione specifica, composti a loro volta da altri quadratini, sempre in proporzione ma ancora più piccoli e tutti assieme creano l’immagine. Questi sono distribuiti ovunque e si muovono in tutte le direzioni.

Alcuni, particolari, convergono diritti verso di noi, e di solito sono collocati nello schermo in basso (campi acquosi) altri, di solito nella parte alta, spingono in avanti (campi aerei). Quando nella nostra famosa via per il mare procediamo tranquilli, senza cambiare corsia, frenare o dover accelerare, le due aree hanno la stessa energia e ci danno una mano a procedere dritti e armonici, come lo slancio di una macchina che scende al mare (grazie inerzia!).

Ora, quando alcuni gruppi di pixel che magari hanno lo stesso colore si uniscono assieme o sono vicini, si generano forme, macchie visibili all’interno dello schermo.

Questi sono elementi chimici o materiali che,
se vengono verso di noi, sono liquidi,
se si allontanano, sono gas.

Se il movimento generato da questi pixel uniti, esce dal baricentro, come potrebbe fare per la macchina una gomma sgonfia, il campo tenderà a deviare dalla traiettoria ottimale, alcune parti dello schermo man mano non saranno più visibili e noi, per rimanere in strada, dovremo utilizzare energia tenendo sterzato il volante per andare diritti. Questi elementi sono gli inquinanti.

Non esistendo pneumatici e autogrill nel campo magnetico (almeno non lo ho ancora visti) ed essendo la strada in questione “elastica” noi, con un colore scelto bene, possiamo sbattere l’asfalto dal fondo muovendolo oltre l’altezza degli ‘schermi’, come un tappeto e fare in modo che lo sporco voli via e poi, con un pettine della misura giusta, andare avanti e indietro, orientando ciò che rimane.

Il colori quindi danno la tensione al tappeto e le geometrie incise sono il pettine: ecco quindi spiegato come funzionano gli strutturatori dell’acqua Walter e dell’aria Ehir.

Perchè Frequency Matrix?

Frequency Matrix è l’unico metodo sul pianeta che, tramite nanotecnologie, sfrutta le frequenze di pressione magnetica, le stesse utilizzate dalla Natura per generare vita.

Come funziona?

Ogni volta che leggiamo qualcosa, pensiamo o proviamo un’emozione emettiamo una vibrazione. 

Una specifica vibrazione.

Le nostre cellule, i nostri organi vibrano, al ritmo del nostro pensiero e generano il nostro sentire.

Questa vibrazione è articolata ed è composta da ritmi di base che, uniti assieme, accordano tutto ciò con cui entrano in contatto

alla stessa frequenza dell’immagine creata nella nostra mente, diffondendo l’informazione 

dal piccolo al grande spazio, 
dal nostro corpo all’ambiente attorno, 

comunicando senza parole.

In questi anni abbiamo mappato moltissime situazioni, ricostruendo dalle componenti base, la vibrazione globale in suono e poi studiando prodotti che imitassero al meglio il modo di espressione della natura.

Abbiamo poi racchiuso questo codice in tracce audio che portano al loro interno la mappatura dell’informazione (indicata nel titolo) e il

fluttuare del suono 

che diviene la via in cui tuffarsi per ricordare quella specifica sensazione e riportarla nel nostro presente.

Un viaggio di riconnessione appassionante, appena iniziato.

Vuoi saperne di più? Visita la zona frequenze dove puoi trovare delle indicazioni interessanti oppure il nostro shop con i prodotti.

I percorsi disponibili sul sito

Lasciando da parte la sezione dedicata alle news ed agli articoli del momento, principalmente nel sito potrete trovare 3 percorsi evolutivi e di esperienza:

Sezione frequenze
Le frequenze sono il modo in cui le informazioni si diffondono nella materia e negli ambienti.

Con una specifica matematica, da noi scoperta, chiamata la matrice delle frequenze vibratorie naturali, si è in grado di definire con precisione il percorso più adatto e toccare quindi tutti i punti necessari affinché l’informazione si dispieghi al meglio.

In questa zona potete accedere ad alcuni programmi di prova e scegliere tra gli abbonamenti quelli più adatti a a voi e alle vostre esigenze.

Sezione prodotti
Le frequenze e le informazioni hanno necessità di energia per dispiegarsi correttamente senza distorcersi. 

In questa sezione potete trovare tutti gli apparecchi più tecnologici e adatti da acquistare per  goderne appieno.

Sezione corsi
Volete sapere di più su questa scoperta che connette le geometrie della natura e la matematica delle frequenze? In questa sezione potete leggere le basi della teoria ed iscrivervi ai corsi, dal vivo oppure online!

Elementi del campo

L’informazione è il mattone di base di tutto il sistema magnetico universale ed è un insieme di frequenze talmente piccolo da non poter essere visto se non nella sua interezza. Ogni informazione ha un suo modo, un suo caratteristico e specifico confine ed è al centro del campo di osservazione.

Quando questa viene inserita nel flusso del tempo inizia a muoversi, secondo le sue caratteristiche, ingrandendosi dalla sua infinitesima dimensione fino a permeare tutti i vuoti degli ambienti e lo fa con una direzione che dipende dalle frequenze presenti o imposte.

I programmi presenti nella pagina di attivazione nel menù a tendina, hanno già al loro interno l’informazione e una miscela di frequenze che le permetteranno di aprirsi in maniera omogenea.

I programmi al fondo della pagina denominati TS trascineranno invece l’informazione dal piccolo al grande seguendo la direzione magnetica indicata nel numero come rappresentato nella mappa qui sotto.

Se sei curioso di saperne di più, leggi la sezione Formazione e segui i nostri corsi!

Approfondimento LINEA-K

Tutte le lampade della linea KAPPA sono  “Frequency ready”:
Con la tipologia di campi magnetici emessi dalla lampada e le vibrazioni condotte dalle sue geometrie, sono disponibili diversi programmi di frequenza accoppiabili con cui possiamo ampliare il raggio di interazione di questo meraviglioso strumento.
Per conoscere l’elenco di tutti programmi disponibili visita la pagina programmi disponibili.

Con la Linea K è stata data massima attenzione all’aspetto vibratorio e magnetico di tutte le sue componenti in modo che potessero lavorare in maniera omogenea e lineare, ovvero senza distorcere le frequenze caratteristiche o quelle diffuse tramite programma:

Plexiglass
Come materiale specifico è stato scelto il plexiglas perché nella sua costituzione chimica contiene carbonio, elemento tipico di questo piano vibratorio e idrogeno sorgente vibratorie magnetica primaria, insieme elementi oscillanti “perfetti“.

Rame nero
Tutti gli elementi di diffusione e trasmissione delle frequenze sono in rame nero ovvero rame che attraverso una lavorazione speciale ha acquisito la caratteristica di super conduttore di campi magnetici a temperatura ambiente.
Geometrie assiali
Le proporzioni geometriche di forma, larghezza, altezza e spaziatura dei vari elementi

Incisioni
Le geometrie incise nel plexiglas che ricordano quelle sacre antiche. Sono specifiche e studiate in modo da condurre all’interno dei solchi nelle superfici come guide d’onda, le onde vibratorie e metterle in risonanza, diffondendo così l’onda primaria caratteristica dello strumento.

Luce
La luce rappresenta l’interazione di due campi magnetici monopolari che viaggiano nella stessa direzione. Il colore espresso indica la velocità di diffusione risultante dall’interazione delle due sorgenti, dipende dall’angolo e dalla quantità di particelle presenti nel campo finale che ne definisce la densità. Ad esempio il rosso è un campo più denso e magneticamente più lento, il blu è un campo meno denso e più veloce.
Ogni apparecchio è studiato per lavorare su specifiche aree ed i colori sono utilizzati per aumentare il campo in quello spazio.

Aria
Gli elementi naturali sono campi diamagnetici che, in progressione di capacità, acquisiscono forza e caratteristiche specifiche: la terra è un campo magnetico statico, così come l’acqua è dinamico mono-direzionale.
L’utilizzo sapiente e condotto dell’aria permette di diffondere migliorare esponenzialmente gli effetti dell’apparecchio.

Campi magnetici
Il posizionamento, dimensionamento relativo, orientamento e la spaziatura nella specifica geometria permettono di creare il principale campo plasmatico risonante all’interno dello strumento che poi viene condotto nelle zone di lavorazione tramite i programmi e le geometrie.

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